Gli Specialisti: la prossima pandemia sarà oncologica

La priorità assoluta nella gestione del Covid ha causato un rallentamento, se non un arresto, nella diagnostica di malattie come il cancro, nei controlli di routine e nelle stesse terapie. Tanto che diversi reparti ospedalieri sono stati trasformati in aree dedicate principalmente alla gestione della pandemia trascurando tutte le altre patologie.

Se le prime stime valutano molto severamente l'impatto del rinvio di operazioni e screening per il cancro, il reale impatto sanitario purtroppo si potrà vedere solo nel tempo.

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della rete ospedaliera Unicancer, in Francia, il rallentamento delle cure dovuto al confinamento potrebbe essere responsabile di 1.000-6.000 morti negli anni a venire.

"I tumori purtroppo sopravvivranno al Covid e nonostante decreti e documenti non è vero che l'oncologia viene preservata perché si appoggia a radiologia, endoscopia e altri servizi che sono pesantemente influenzati" afferma Pierfranco Conte, ordinario di Oncologia Medica dell'Università degli Studi di Padova e coordinatore della Rete oncologica del Veneto nel suo intervento durante il Cracking Cancer Forum 2020, che quest'anno si è tenuto in formato digitale.

Attilio Bianchi, direttore generale dell'Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione "G. Pascale" di Napoli, invece, ha ricordato i numeri di una vera e propria emergenza quotidiana: "Ogni anno i tumori fanno da 13 a 15 milioni di vittime, se fosse una guerra sarebbe ogni giorno sui giornali e invece in qualche modo quasi non fa massa".

La sospensione degli screening per 2-3 mesi ha dato un fermo a una delle azioni più forti contro il tumore, la tempestività della diagnosi che è un elemento centrale per aumentare le probabilità di sopravvivenza.

ll Sistema Sanitario Nazionale si trova ora a gestire un arretrato importante e per farlo avrà bisogno di riorganizzarsi su nuovi modelli di assistenza e cura possibili con la sanità digitale e di nuove risorse professionali.

È necessario e non più rimandabile un cambio di paradigma sostanziale: decentralizzare il più possibile le attività a livello territoriale ed estendere il percorso assistenziale su più setting, andando a capillarizzare la presenza di specialisti che possano prendere in carico in paziente su tutto il territorio italiano.

 


Pandemia Covid-19: quanto sono stati trascurati tumori e infarti?

L’ipertensione, i tumori, le malattie rare non vanno in lockdown, come ha ricordato il Presidente Mattarella, nella cerimonia di celebrazione de 'I Giorni della Ricerca', iniziativa promossa dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) il 26 ottobre scorso.  Risulta fondamentale che le terapie necessarie per le patologie croniche non si fermino, se non vogliamo trovarci in un futuro non troppo lontano in una situazione drammatica in termini di follow-up e nuove diagnosi.

Crescono i rapporti che evidenziano numeri impressionanti purtroppo destinati a salire, in un clima di incertezza totale. Per esempio, in Francia, sono aumentate del 30% le cancellazioni di appuntamenti con operatori sanitari e loro prestazioni.

In Europa, i decessi per tumore al colon sono cresciuti dell'11,9%: è la stima degli effetti dei ritardi nei programmi di screening pubblicata in occasione della settimana della United European Gastroenterology (UEG Week Virtual 2020).

E in Italia? Nei primi cinque mesi del 2020 a causa del Covid sono saltate circa 14 milioni di visite prenotate, 12 milioni gli esami di diagnostica previsti e non effettuati. L’Osservatorio Nazionale Screening ha stimato i ritardi accumulati nella diagnosi oncologica di popolazione nei primi cinque mesi del 2020: oltre un milione di esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo 2019, per un potenziale incremento delle diagnosi di cancro prossimo alle cinquemila unità.

Come provare a invertire questa tendenza? Oltre a un discorso di sensibilizzazione dei singoli portato avanti dalle organizzazioni e istituzioni, si è osservata su più fronti un’accelerazione decisa verso la telemedicina, la soluzione digitale che può abbattere le distanze rimanendo in sicurezza.

Lo dice anche il “Rapporto Covid Indicazioni ad interim per servizi sanitari di telemedicina in pediatria durante e oltre la pandemia Covid 19“, il primo in Italia, curato dal gruppo di lavoro coordinato da Francesco Gabbrielli, direttore del Centro Nazionale per la telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Iss. È necessario che le prestazioni sanitarie possano essere erogate al paziente riducendo al minimo i ritardi e garantendo l’accesso ai servizi di emergenza e di urgenza.

Sprim - da sempre promotrice della trasformazione digitale in ambito salute – ha sviluppato CONNEXT TELEMEDICINA, la piattaforma di telemedicina mobile friendly, intuitiva e di facile accesso. L’obiettivo è essere di supporto al medico tramite una piattaforma semplice e fruibile con la quale, in perfetta sicurezza, potrà gestire i suoi pazienti.

Abbiamo pensato ad una rosa di specialisti fra cui scegliere, che saranno presenti nella piattaforma per semplificare la comunicazione con il paziente, accelerando follow-up e controlli.

 


La nutrizione è la chiave per reagire alla pandemia?

Il cibo salutare di buona qualità è la nostra prima linea di difesa contro le malattie, inclusa la difesa immunitaria contro gli organismi patogeni”. Inizia così un editoriale su BMJ della Professoressa Bryndis Eva Birgisdottir, docente di scienze alimentari e nutrizione presso l’Università dell'Islanda, che tratta dell’importanza della nutrizione durante la pandemia, oggi e nel futuro.

Si sa che ogni pasto porta migliaia di sostanze diverse nel corpo, ciascuna con una sua funzione: se, però, per macro e micronutrienti sono stati definiti delle assunzioni di riferimento, il tema delle sostanze bioattive, come polifenoli e carotenoidi, è ancora un’area grigia, che sarà necessario esplorare in futuro per sfruttare al meglio il potenziale di queste sostanze.

Ad oggi, una dieta ricca di verdura, frutta, cereali, legumi, semi e frutta secca è riconosciuta come il giusto approccio per preservare uno stato di salute ottimale, come anche sottolineato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Sicuramente questo tipo di dieta fornisce mediamente un’adeguata quantità di tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, importanti anche per il sistema immunitario. Tuttavia, sottolinea l’autrice, non esiste una persona ‘media’ e con ogni probabilità, in futuro si andrà sempre più verso la cosiddetta “nutrizione di precisione”, ovvero la personalizzazione massima delle indicazioni nutrizionali sulle esigenze del singolo individuo.

Le linee guida nutrizionali sono il più efficace punto di partenza per promuovere la salute pubblica, ma oggi sono poco seguite, come testimonia il fatto che oltre il 44% della popolazione mondiale soffre ancora di malnutrizione, fattore di rischio per molte malattie e la loro gravità, come nel caso del COVID-19. La situazione in cui ci troviamo è anche il risultato di una scarsa educazione alimentare in tutto il sistema scolastico, il che, afferma Birgisdottir, è poco comprensibile, data l'importanza che diamo oggi al cibo.

In generale, ogni Paese dovrebbe dotarsi di una strategia volta a garantire il buono stato nutrizionale dei suoi individui, importante per aumentare la resilienza contro le malattie trasmissibili e per contribuire alla prevenzione e alla cura di quelle non trasmissibili. Per questo, all'indomani del COVID-19, con una crisi alimentare globale all'orizzonte, sarebbe necessario finanziare fin da subito azioni per rinnovare i sistemi alimentari, verso un obiettivo di sostenibilità. Solo così la nutrizione potrà essere una delle chiavi per la resilienza pandemica globale, sia per quella attuale che per quelle future.

 

Fonte:
Nutrimi


Guardia medica: in Lombardia attivato il numero unico nazionale 116 117

Gli esperti hanno provato a mettere in fila le ragioni per cui la Lombardia ha avuto un tasso di contagi e di decessi così alto rispetto alle regioni limitrofe: ospedali che diventano focolai, poca assistenza territoriale, una mappatura imprecisa e tardiva dei contagi; sono alcune delle cause possibili della difficoltà della Lombardia a gestire il contagio.

La Lombardia, che ha fatto dell’eccellenza ospedaliera una bandiera in tutto il mondo, si è scoperta fragile dal punto di vista dell’assistenza sul territorio. Al contrario, in altre regioni come il Veneto e la Toscana è stata proprio la medicina di territorio, identificando precocemente i casi e isolandoli, a fare la differenza.

Come primo passo, la Lombardia ha attivato per prima su tutto il territorio nazionale il numero unico di assistenza 116 117 per richiedere prestazioni o consigli sanitari non urgenti. Un numero verde che va finalmente a sostituire circa 100 numeri attivi nelle diverse aree e Ats, su tutto il territorio nazionale.

Il servizio appena partito è gratuito e attivo dal lunedì al venerdì dalle 20:00 alle 8:00 e nei giorni festivi e prefestivi 24 ore su 24.

Il cittadino che chiama il numero unico 116 117 può parlare con un medico o con un operatore competente e, a seconda delle diverse necessità, trovare direttamente risposte alle sue richieste oppure essere direttamente indirizzato verso il servizio di riferimento.

Un passo molto importante per assicurare una assistenza continua al cittadino, che potrà fare riferimento a un unico numero dovunque si trovi.

 


notizie false

Boom infodemia: come essere credibili al tempo delle fake news

Le fake news purtroppo sono sempre esistite. Ma in questo preciso momento storico tra mis-information, dis-information, mal-information e vere e proprie bufale, è un vero e proprio bombardamento quotidiano a più riprese sui social, sui media online, via WhatsApp. Molti approfittano di eventi mediatici di rilievo, come l’emergenza sanitaria da Covid-19 o il capitolo “genitori no vax” per lanciare campagne di disinformazione a caccia di clickbait, con l’obiettivo di distorcere la realtà, diffondere sfiducia e ottenere visibilità sul web a scapito della corretta informazione.

I vaccini aumentano il rischio di autismo; il Coronavirus si può sconfiggere bevendo tisane bollenti o assumendo vitamina C; l’osteoporosi si previene prendendo il sole. Quante fake news di questo tipo, ogni giorno, negli ultimi mesi, abbiamo dovuto leggere?

Una diffusione a macchia d’olio, da arginare, pericolosa per tutte le fasce di popolazione, soprattutto le più esposte o fragili, spesso incapaci di stabilire con certezza la veridicità di un contenuto. Target, quest’ultimo, poco propenso ad approfondire le informazioni. Si fida di quello che legge e condivide senza pensarci due volte. Giusto per “dare i numeri”, come riportato dall’Agcom, un sito di disinformazione ha pubblicato, ad esempio durante la pandemia, ogni giorno mediamente 4 articoli “bufale” inerenti al coronavirus e il 36% di tutti i post / tweet delle fonti di disinformazione ha avuto come oggetto il Covid-19. Vere e proprie macchine da “infodemia”.

 

La credibilità passa dalla scienza: come costruire e veicolare messaggi impattanti con esperti della salute

La sfida risiede quindi nel creare e veicolare messaggi con una valenza scientifica, basati su dati comprovati e diffusi da fonti attendibili.

Come è possibile “fare informazione” e “fare educazione”? Se parliamo di salute e notizie scientifiche, i consumatori vogliono e devono ricevere informazioni veritiere, fin da subito. Ed è qui che entrano in campo i Professionisti della salute, figure influenti per diffondere messaggi credibili che partono da una fonte autorevole e capaci di aumentare l’awareness e la fiducia verso prodotti e servizi. Per i brand, attuare fin dalle prime fasi dei progetti collaborazioni strategiche con esperti e Professionisti della salute permette di ideare messaggi coerenti e ben strutturati fin dal principio. Un altro vantaggio risiede nel patrimonio di marca o valore del marchio che acquisisce maggiore valenza scientifica collaborando con profili esperti e portatori di credibilità.

La collaborazione tra aziende ed esperti si può sviluppare attraverso progetti di formazione e informazione scientifica su particolari tematiche attraverso forme più classiche come corsi di formazione e convegni di approfondimento o più interattive come talk show in streaming, video pillole e dirette live. Scelto il mezzo di comunicazione più idoneo, la collaborazione con esperti garantisce una lettura corretta delle fonti e permette la comprensione degli articoli scientifici estrapolando messaggi chiave senza distorcere la realtà. Parliamo di un’opportunità unica perché prevalgano le buone informazioni frutto di competenza, serietà professionale e fiducia.

Se vuoi conoscere come rilanciare la tua comunicazione post lockdown e come veicolare i giusti messaggi collaborando con esperti e profili credibili non esitare a contattarci. Grazie a competenze multidisciplinari del nostro team, che attingono dal mondo scientifico, della comunicazione e delle vendite, ti accompagniamo nella credibilizzazione di brand e prodotti attraverso l’endorsement di KOL, società scientifiche e Professionisti della salute in target con la tua azienda e con i tuoi obiettivi di comunicazione.

 


Nutrimi

Nutrimi 2020: il più grande Congresso di nutrizione all digital

Il 6 e 7 luglio prende vita il primo grande evento italiano di nutrizione in versione interamente digitale. Un Congresso professionale online, live, interattivo e personalizzabile, capace di mettere in contatto la community nazionale della nutrizione: un unico ambiente virtuale per connettere aziende, Professionisti della Salute ed esperti che operano nel campo dell’Alimentazione e della Nutrizione. Fin dall’apertura delle iscrizioni il Congresso ha attirato l’attenzione dei principali stakeholder della filiera della nutrizione che hanno già confermato la loro presenza il 6 e 7 luglio. Un appuntamento che si rinnova e non perde di efficacia, anzi, richiama tutti gli organizzatori a pieno regime e, post lockdown, eleva la nutrizione all’ennesima potenza.

La priorità in questi mesi per tutti gli organizzatori di Nutrimi 2020 è stata quella di pensare e ideare un format in grado di garantire online la migliore interazione possibile tra congressisti e relatori. Per fare questo, attraverso una piattaforma premium, abbiamo creato un’ambiente virtuale unico nel suo genere dove sarà possibile “vivere” Nutrimi come ogni anno, ma attraverso lo schermo di un pc o di uno smartphone: sarà la prima volta in Italia che un congresso di questa portata, dedicato al tema della nutrizione, si svolgerà completamente online! Tutti il team di Nutrimi è fiducioso che congressisti e partner apprezzeranno il nuovo format realizzato con sforzo e dedizione in questi mesi di emergenza sanitaria. Inoltre, è entusiasmante l’idea che quest’anno si avrà la possibilità di coinvolgere davvero i Professionisti di tutta Italia che magari non avrebbero avuto modo di raggiungere Milano, sede fisica dell’evento.

 

Come funzionerà la XIV edizione di Nutrimi

I congressisti potranno “incontrare” gli sponsor, scambiare aggiornamenti sul mondo della nutrizione e dell’alimentazione, scoprire le principali novità del mercato, muoversi in totale libertà nelle virtual room per assistere a oltre 70 interventi e creare un programma altamente personalizzato e tagliato “su misura” in base alle proprie esigenze professionali: domande in tempo reale, sondaggi, premiazioni e tanto altro per un’interazione e un coinvolgimento senza precedenti. Ogni congressista riceverà un kit digitale all’interno del quale troverà tutto il materiale necessario per la loro esperienza formativa, inclusa la versione e-book della Rivista di Nutrizione Pratica che raccoglie e gli abstract degli interventi.

Gli sponsor avranno la possibilità di personalizzare la propria area espositiva per offrire ai partecipanti contenuti di interesse come brochure, video, link e tanto altro in un unico spazio virtuale. Un’area 3D per dialogare attivamente e in modalità immersiva direttamente con i discenti.

Si tratta di un’occasione unica per ricominciare a mettere la “nutrizione in pratica”, e analizzare insieme a illustri esperti scientifici nazionali e internazionali i diversi fattori che influenzano le scelte alimentari oggi. Il programma infatti rimarrà invariato, ma sarà dato spazio anche alle ultime evidenze relative al rapporto tra alimentazione e Covid-19.
Tra i tanti temi trattati si parlerà delle sfide alimentari del futuro, dell’importanza del food environment soprattutto per le next generation, della qualità nutrizionale, delle etichettatura on pack e tanti altri temi legati al mondo dell’Alimentazione e della Nutrizione.

Non ci resta che continuare a lavorare sodo per accogliervi al più grande evento sulla nutrizione digitale in Italia. Stiamo arrivando!

Visita Nutrimi.it e contattaci per conoscere le opportunità digitali della XIV edizione.


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Oplà: Abbiamo testato l’app ai tempi del lockdown

In un momento delicato come quello che stiamo superando tutti noi italiani e non solo abbiamo voluto dare seguito all’articolo “Alla scoperta di Oplà: l’app per fare scelte sane e consapevoli” provando noi direttamente l’app per testarne il funzionamento ai tempi del lockdown.

 

Scopri come stai mangiando in questi giorni

Prima cosa da fare: chiederti come stai mangiando. Per rispondere puoi frugare in dispensa e in frigorifero e andare a intuito, oppure usare un metodo più affidabile, veloce e divertente: Oplà (se non hai l’App, scaricala qui).

Scannerizza i prodotti con Oplà per scoprire tante informazioni in un attimo: la qualità nutrizionale, i valori nutrizionali e gli ingredienti, il grado di trasformazione e, se hai personalizzato il tuo profilo, anche la compatibilità con le tue esigenze e preferenze personali (clicca qui per saperne di più).

A questo punto basta aggiungere alla dispensa virtuale i prodotti migliori (ad esempio quelli con un voto dal 6 in su): se un prodotto ha una valutazione bassa puoi cercare tra le alternative più sane suggerite dalla app e aggiungere queste ultime in dispensa. Un ottimo punto di partenza per la lista della spesa.

 

Fai una lista della spesa intelligente e settimanale

Ora puoi pensare a completare la lista della spesa. Ti consigliamo di iniziare programmando il menu della settimana. Una volta definito il menu scrivi gli ingredienti di cui hai bisogno: non rinunciare a frutta e verdura (da consumare nelle 5 porzioni quotidiane consigliate), e prodotti freschi nella giusta misura e varietà (pane, uova, yogurt, latticini e formaggi, carne e pesce…). Poi prodotti confezionati: legumi secchi o in scatola, farina, lievito, pasta, riso, fette biscottate, biscotti, conserve e tutto quello che ti viene in mente.

Una volta fatto l’elenco usa la funzione esplora di Oplà per selezionare i prodotti migliori di ogni categoria: ad esempio se ti servono i biscotti per la colazione puoi cercare nella categoria “biscotti” e trovare tantissimi prodotti in ordine di qualità nutrizionale o, se preferisci, anche di compatibilità con il tuo profilo. Quando trovi un prodotto che ti soddisfa salvalo in dispensa: non per forza quello con il punteggio più alto, contano anche i gusti personali!

Ecco un consiglio extra: salva già un’alternativa per i prodotti che non sei sicuro di trovare nel tuo supermercato, così se un prodotto non c’è avrai pronto un piano B, risparmierai tempo e farai una scelta più consapevole.

 

 Una dieta varia ed equilibrata inizia dalla spesa

Ora che hai completato la tua lista della spesa ricorda una cosa importante: non esistono alimenti buoni e cattivi. Una corretta alimentazione prevede il consumo di tutti gli alimenti, nella giusta quantità: per questo in Oplà, oltre ai punteggi trovi anche la frequenza di consumo consigliata per ogni prodotto.

 

Quando sei al supermercato: niente panico!

La lista della spesa è pronta, quindi non ti resta che andare al supermercato (o nel negozio sotto casa). Se hai dubbi “pratici” su dove e quando fare la spesa consulta le FAQ del Governo e ricordati di munirti di mascherina.

Quando sei al supermercato tieni sottomano la dispensa virtuale di Oplà: troverai i prodotti che hai salvato ordinati per frequenza di consumo e valutazione nutrizionale, così sarà ancora più semplice regolarsi con le quantità e migliorare la qualità complessiva della tua spesa.

Altro consiglio: niente panico! Se tra gli scaffali non trovi un prodotto che hai salvato puoi sempre scegliere un’alternativa: se il punto vendita non è affollato puoi cercare prodotti simili con l’app (una buona pratica è quella di salvare già delle alternative in dispensa), altrimenti non preoccuparti e scegli quello che ti sembra migliore. A casa avrai tempo per valutare la bontà del prodotto.

Una regola che ci siamo dati è quella di non essere troppo severi con noi stessi: in questo periodo è comprensibile cercare consolazione nel cibo (capita anche a noi, tranquilli!), per cui meglio prevenire, conoscendo meglio ciò che si acquista in modo da potersi regolare con la qualità e la quantità degli strappi alla regola.

 

Organizza la dispensa come non hai mai fatto prima

Ora la parte più divertente, anche per i bambini: è tempo di “rivoluzionare” la dispensa! Scannerizza e aggiungi alla dispensa Oplà i prodotti confezionati che hai acquistato e non avevi ancora salvato: potrai farlo scannerizzandoli direttamente mentre fai la spesa. Se non l’hai già fatto, scannerizza anche quelli che hai già in casa e salvali.

Vai quindi alla dispensa in app: troverai i prodotti già ordinati per frequenza di consumo e qualità nutrizionale. Ora non ti resta che trasformare la dispensa virtuale in una vera e propria dispensa di casa. Se hai tempo e creatività usa delle cassette o dei contenitori, decorali (magari insieme ai tuoi figli!) e dividi i prodotti per frequenza di consumo: poi prendi carta e penna e attacca ad ogni prodotto un foglietto con il punteggio attribuito da Oplà. Se preferisci una soluzione più "smart” disponi i prodotti con la qualità nutrizionale migliore e una frequenza di consumo maggiore più avanti rispetto agli altri, così saranno più accessibili e sarà facile ricordarti che quelli più indietro dovrebbero essere consumati meno spesso.

 

Scegli bene e mangia meglio!


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Alla scoperta di Oplà: l’app per fare scelte alimentari sane e consapevoli

Le scelte alimentari di ogni giorno, dal supermercato alla tavola, riflettono tra gli italiani una carente consapevolezza in materia di sana alimentazione. Come introdotto nel nostro articolo precedente (clicca qui per leggerlo), i claim nutrizionali tendono ad essere interpretati male, portando a sovrastimare i contenuti di alcuni nutrienti e a incentivarne l’acquisto tra i consumatori, indipendentemente dall’effettiva qualità nutritiva del prodotto. Inoltre, come riportato dal Corriere in questo articolo ed emerso dall’Associazione Nazionali Dietisti, meno di una persona su quattro ha conoscenze e competenze sufficienti per orientare le proprie scelte verso alimenti qualitativamente buoni e più sani. Noi di Sprim siamo andati alla ricerca di strumenti capaci di orientare le scelte dei consumatori verso prodotti più sani e abbiamo scoperto l’app Oplà: un nuovo strumento digitale per mangiare meglio e in modo consapevole. Se non hai l’app puoi scaricarla qui.

 

Oplà: come funziona

Dopo la creazione di un profilo personale che include, oltre a dati personali, dati su eventuali esigenze relative ad allergie o intolleranze, preferenze alimentari (“senza coloranti”, “senza aromi”, “senza grassi idrogenati”, “vegano”, “bio”, ecc.) e preferenze nutrizionali (“meno grassi”, “meno sale”, “più fibre”, ecc.), Oplà permette di conoscere lo score nutrizionale di ciascun prodotto e scoprire quanto è compatibile con il proprio profilo.

Infatti, scansionando il codice a barre di un prodotto oppure cercandolo all’interno dell’app – che possiede un database con oltre 25 mila prodotti – appare una scheda prodotto comprensiva di numerosi parametri:

  • lo score nutrizionale, che può oscillare tra 0 e 10, valuta le caratteristiche nutrizionali del prodotto sulla base dell’apporto di zuccheri, grassi saturi e sale, come da raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità;
  • il grado di compatibilità, invece, è una percentuale che indica se il prodotto è in linea con le esigenze del proprio profilo, quello inserito in fase di registrazione iniziale, che può essere modificato in ogni momento; la funzione è particolarmente attenta alle persone allergiche/intolleranti poiché viene azzerata la compatibilità per i prodotti contenenti gli allergeni da evitare, i quali sono richiamati da un messaggio ben visibile;
  • per ogni prodotto è possibile conoscere anche il grado di processamento, attraverso l’indice di trasformazione, che si ispira al NOVA score (2) e attribuisce un punteggio variabile da 1, per gli alimenti non trasformati o minimamente trasformati, a 4, ultra-processati.

A completare la scheda non mancano naturalmente la tabella nutrizionale e la lista degli ingredienti presenti.

La possibilità di cercare prodotti simili nel database dell’app, all’interno di una stessa categoria, e di inserire prodotti “in dispensa”, creando una raccolta dei propri preferiti, possono essere 2 aspetti determinanti nell’aumentare la variabilità dell’alimentazione, grazie al fatto che l’app aiuta il consumatore nella ricerca di alternative preferibili, sia dal punto di vista nutrizionale che della compatibilità, effettuando confronti al suo posto, funzionalità che può tornare utile anche ai Professionisti della salute.

Sembrano esserci insomma tutti i presupposti perché la spesa – e l’alimentazione di conseguenza – possa cominciare ad essere più “ragionata” e meno impulsiva, senza per questo rinunciare all’immediatezza e alla praticità.


Carrello italiani

Pre e post lockdown: come cambia il carrello della spesa degli italiani?

L’emergenza sanitaria ha cambiato le abitudini di acquisto modificando il carrello della spesa sia nella sua composizione sia nei volumi di acquisto.

Prima del lockdown il carrello degli italiani era tricolore: aumentavano dell’8,6% gli acquisti che riportavano in etichetta il claim “100% italiano” rispetto all’anno precedente. Forte attenzione anche alle tematiche del wellness e del green come prodotti biologici e pack sostenibili.

Con l’inizio del 2020, in piena emergenza sanitaria le abitudini di consumo e acquisto si sono modificate favorendo il “fatto in casa”, le confezioni multiple, i surgelati e i prodotti a lunga conservazione.
La spesa “bunker”, come riportato da una recentissima indagine, ha fatto schizzare le vendite di verdure (+65%), pasta (+53%), riso (+48%), olio (+35%) e di beni solitamente poco acquistati in condizioni di normalità come conserve di carne (62%) e minestre liofilizzate (37%).

 

Ritorno alla routine: come cambieranno i consumi post lockdown

Il 36% degli italiani dichiara che terminato il lockdown ridurrà l’acquisto di ingredienti come farina e lievito ma continuerà ad acquistare confezioni multipack, prodotti pronti e Made in Italy. L’80% degli italiani reputa infatti fondamentale incrementare l’acquisto di prodotti del nostro Paese per sostenere l’economia anche superata l’emergenza sanitaria.
Diminuita la preoccupazione, prodotti come pasta, riso, zucchero, latte e biscotti, inizieranno a diminuire in favore di un ritorno graduale allo stile precedente. Una crescita, quella dello zucchero e dei biscotti, dovuta ad acquisti “forzati” per passare del tempo in casa e sentirsi pasticcieri una volta nella vita. Consumi che non hanno diminuito il trend healthy che, post lockdown, prevediamo possa tornare più forte che mai.
Per concludere, qualche dato relativo ai luoghi e le modalità di acquisto. I consumatori che hanno scelto i negozi di prossimità sono passati dal 40% al 54% durante il lockdown, anche se a emergenza terminata dichiarano che torneranno a frequentare, come rilevato dall’Osservatorio Nomisma, i negozi di sempre come supermercati e ipermercati. E per le modalità di consumo? Si potrebbe riflettere sui servizi e app dedicate all’home delivery che già prima del lockdown registravano un costante incremento delle vendite grazie a una copertura capillare sul territorio: il 93% delle città italiane con oltre 50 mila abitanti è attualmente coperta dai servizi a domicilio (74% nel 2017). La varietà d’offerta del servizio, legata alle diverse esigenze di ogni componente della famiglia rende il servizio “su misura” e sempre più essenziale oggi e nel prossimo futuro se consideriamo esigenze della salute, diete o intolleranze di ogni persona.

 

Sprim, forte della sua esperienza nel food marketing, lavora da sempre con aziende del settore alimentare e con le principali insegne della GDO. Vorremmo conoscerti per studiare insieme la migliore strategia di comunicazione e posizionamento del tuo brand e/o dei tuoi prodotti post lockdown. Contattaci.

 

 


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Sound storytelling: l’opportunità dei podcast per le aziende pharma e non solo

Con una crescita del +217% negli ultimi tre anni, il costante utilizzo dei podcast da parte degli italiani sta indirizzando le aziende a valutare l’incremento di contenuti audio per attrarre e intercettare nuovi utenti.

Analizzando le modalità di consumo e i tempi di fruizione degli ascoltatori di podcast, gli italiani rimangono connessi oltre quattro ore al giorno in sessioni della durata media di 19 minuti di cui: il 45% ascolta programmi musicali, il 36% notizie e il 28% altre forme di intrattenimento. I principali driver di ascolto sono la necessità di tenersi informati sull’attualità (27%) e di scoprire nuovi contenuti (18%). I podcast risultano uno strumento versatile e facilmente fruibile in più momenti della giornata: il 66% li ascolta in casa, il 28% in macchina e il 18% sui mezzi pubblici. Inoltre, i consumatori avendo la possibilità di scaricare e ascoltare offline i podcast che preferiscono, riescono a pianificare gli ascolti, collezionarli e archiviarli utilizzando il servizio comodamente anche fuori casa. È indubbio che la facilità di fruizione dei podcast si presti allo stile di vita frenetico in cui viviamo, senza dimenticare l’importanza per le aziende che hanno così la possibilità di intercettare gli utenti in più momenti della giornata.

Il podcast per le aziende farmaceutiche

Contrariamente a quanto si possa pensare, i podcast non sono utilizzati solo per veicolare contenuti ludici o di intrattenimento ma possono rivelarsi una valida opportunità per aziende come quelle farmaceutiche, da sempre in prima linea nel promuovere la salute. I contenuti audio possono, infatti, “fare informazione” sul medico attraverso un “nuovo” canale molto pratico e comodo ma anche “fare cultura” e trasmettere contenuti verticali con format e argomenti differenti: pillole di prevenzione, interviste a leader pionieri del cambiamento, audio-documentari scientifici, approfondimenti su nuove patologie e terapie o persino contenuti piscologici come “la grande incertezza”, il podcast di Angelini per affrontare le problematiche psicologiche da quarantena. Il podcast sembra avere due componenti che lo rendono specifico per le strategie di comunicazione pharma: è adatto a contenuti scientifici di approfondimento, che verrebbero “switchati” in social come Instagram alla stessa velocità di una stories sponsorizzata e utilizza il parlato, una comunicazione sempre più “appealing” per tutte le fasce d’età, dall’incremento dell’utilizzo dei messaggi vocali su WhatsApp al “boom” di acquisti come Amazon Alexa, Google Home o Apple HomePod.
Sulla potenzialità dei podcast si è espresso il presidente di iHearthMedia, azienda con oltre 850 stazioni radio negli States, affermando “questo è un mezzo perfetto per creare un’atmosfera di fiducia dove le persone cercano risposte che siano durature”.

Ideazione, sviluppo e distribuzione: cosa rende un podcast efficace e distintivo?

Prima di registrare un podcast serve sviluppare una progettualità di comunicazione che parte dall’idea creativa, passa per la creazione dei messaggi e finisce con la promozione e distribuzione del podcast attraverso l’attivazione di un processo strategico antecedente alla “messa in onda”. Quali sono i punti chiavi per creare un podcast di successo?

- selezionare il target a livello sociodemografico, di geolocalizzazione e di interessi: la possibilità di conoscere meglio il target può giocare a favore delle aziende per impostare altre attività di comunicazione e migliorarne l’efficacia.

- sviluppare contenuti e output di valore, in grado di rispondere alle esigenze del target, e che parlino la sua lingua.

- lanciare campagne di advertising ben strutturate in termini di brand awareness e memorabilità per promuovere il podcast scegliendo le piattaforme (es. Itunes, Spotify…) che ben si integrano nel target journey.

Sprim da oltre 15 anni promuove soluzioni innovative nell’Health Care marketing e, grazie a un team multidisciplinare di esperti negli ambiti della scienza e della comunicazione, può supportarti nella conquista di nuove frontiere della comunicazione e dell’informazione scientifica.

Contattaci per approfondire questa opportunità insieme!