Quali saranno i trend della spesa alimentare post-covid?

In questo ultimo anno il modo di fare la spesa degli italiani è cambiato radicalmente: ma cosa resterà di questa “rivoluzione” nei prossimi anni?

McKinsey ha realizzato il report “The path forward for European grocery retailers” in collaborazione con Eurocommerce. Sono stati intervistati 10mila consumatori provenienti da diversi Paesi (compresa l’italia) e 50 manager del food per individuare le 10 tendenze nate nel 2020 nel settore alimentare in Europa che ci accompagneranno anche nei prossimi anni.

Calo delle vendite nella GDO

Il 49% dei manager intervistati afferma che, nel momento in cui riapriranno i ristoranti, si aspetta un calo delle vendite alimentari al dettaglio nel 2021 rispetto all’anno passato in favore del mondo horeca.

Incremento acquisti online

Nel 2020 l’Italia è stato uno dei Paesi europei che ha registrato una delle più grandi boom di e-commerce nel grocery (circa il 60%). Tutti coloro che hanno già acquistato prodotti alimentari via internet in quest’ultimo anno dichiara di aver intenzione di continuare a farlo. Il 7% degli intervistati afferma inoltre di voler comprare ancora di più.

Crisi dei supermercati

Anche se finita la pandemia si potrà tornare a fare la spesa nei negozi fisici senza timore del contagio, alcuni format continueranno a risultare meno apprezzati rispetto al passato. I supermercati, ad esempio, mostrano un tasso di crescita molto più contenuto rispetto all’e-commerce e ai discount.

Importanza della convenienza 

Il prezzo è di importanza fondamentale: il 39% dei consumatori italiani intervistati ammette di aver intenzione di trovare nuovi modi per risparmiare e il 40% di cercare di cogliere le migliori promozioni. La maggior parte dei manager mette questo aspetto al primo posto e il 56% di loro inserisce la maggiore sensibilità ai prezzi tra le prime tre priorità da affrontare.

Attenzione alla qualità 

I consumatori prestano attenzione alla convenienza, ma anche alla qualità. Ad oggi, si aspettano una qualità maggiore anche nei prodotti che appartengono alle fasce di prezzo più basse. Il 26% degli intervistati vuole risparmiare sulla spesa ma, allo stesso tempo, chiede anche prodotti più sostenibili e sani.

Salute al primo posto

Durante la pandemia gli italiani hanno dimostrato una sensibilità maggiore (+12%) rispetto alla richiesta di prodotti alimentari più sani, sostenibili, biologici e sicuri confezionati in pack protettivi se messi a confronto gli altri europei: il 32% dichiara che si impegnerà a comprare e mangiare in modo più salutistico. Il 30% degli intervistati si dice disposto a spendere di più quest'anno per un'alimentazione sana e sicura.

Desiderio di cibo locale 

Un italiano su cinque dichiara che quest’anno comprerà meno prodotti alimentari d’importazione. Mentre circa un italiano su intende aumentare gli acquisti di alimenti regionali o locali. La tendenza è chiara: siamo tra gli europei più affezionati alle produzioni agroalimentari nazionali e meno interessati al melting pot gastronomico.

Sostenibilità

Quasi un italiano su cinque intende spendere di più quest'anno per acquistare prodotti sostenibili e in questo gli italiani sono in prima linea: il 16% è pronto a pagare di più per comprare alimenti eco-sostenibili (+9% rispetto alla media europea).

Ritorno del ready-to-eat

Nel 2020 gli italiani hanno dedicato molto tempo alla cucina e ai pasti fatti in casa. Dopo un anno, però, cominciano ad essere stanchi e un trend che è destinato a crescere è quello di cercare alimenti a maggior contenuto di servizio. Il 34% dei Ceo ha indicato come priorità assoluta il mondo degli alimenti pronti, i cosidetti convenience food.

Velocità e tecnologia 

La velocità nell'adottare le più performanti soluzioni di information technology diventa un fattore di differenziazione sempre più rilevante tra i retailer e sempre più centrale sarà il data management con la capacità di realizzare analisi avanzate lungo tutta la supply chain, e di offrire soluzioni personalizzate per i clienti.

 

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Etichette alimentari e Covid-19: cresce la domanda di cibo salutare e sicuro

Questo anno di pandemia ha cambiato in modo significativo le abitudini di acquisto degli italiani.

Per comprendere la portata di questo cambiamento, è sufficiente guardare ai loro acquisti in base alle etichette: sono aumentate le vendite dei prodotti che vantano un beneficio relativo alle difese immunitarie, quelli ricchi di vitamine e quelli che sottolineano l’italianità e la tracciabilità delle materie prime e della filiera. Tutte queste caratteristiche – ben evidenziate sulle confezioni dei prodotti - riconducono alla necessità di sicurezza e conforto richieste dagli italiani in questo periodo così particolare della vita.

Al valore del brand che mantiene sempre importanza notevole nelle scelte d’acquisto, si aggiunge quello dell’etichetta, che nel corso di questo ultimo anno ha acquistato un peso sempre maggiore.

Particolare attenzione è da dedicare agli alimenti “rich in”. I prodotti arricchiti con proteine e Omega3 hanno visto un’impennata del 10% nel corso dell’ultimo anno, così come agli alimenti con claim “senza antibiotici”, le cui vendite sono aumentate del 52%. Calano invece le vendite dei prodotti “free from” (polifosfati, latte, uova). In ultima analisi, un trend in continua crescita è quello degli alimenti che mettono al centro l’italianità: i claim Dop e 100% italiano sono quelli che hanno registrato un incremento maggiore fra tutti.

Impossibile non nominare in questo quadro l’esplosione dell’e-commerce: mai come in questo ultimo anno sono state registrate vendite così alte di prodotti legati al mondo Food & Beverage, complice sicuramente l’impossibilità per diversi mesi di uscire di casa e le lunghe file davanti ai supermercati. Sarà interessante continuare a monitorare i comportamenti degli italiani per capire se questi trend verranno confermati anche in futuro o subiranno ulteriori cambiamenti.

 

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I 3 asset chiave per la tua ripartenza post-Covid (con Sprim)

Non è certo un segreto il modo in cui il COVID-19 abbia imposto un’accelerazione digitale senza precedenti.

Inoltre, in quest’ultimo anno non sono cambiati solo i luoghi, i mezzi e i canali di comunicazione ma anche le sensibilità, gli argomenti, le priorità sia a livello istituzionale che politico e socioculturale.

Una svolta senza precedenti nella storia dell’umanità che si traduce nell’urgenza di una transizione ecologica, alimentare e dei nostri modelli sanitari all’insegna della visione One Health (ne abbiamo parlato qui).

Per le aziende che operano nei settori Food e Healthcare questo scenario significa dover raccogliere una serie di sfide cruciali che possono essere affrontate insieme al giusto alleato. Sprim è già scesa in campo al fianco dei suoi clienti, mettendo a disposizione una expertise pluridecennale in ambito food e healthcare, il know-how e la passione dei suoi collaboratori e una forte componente innovativa che caratterizza tutti i suoi servizi.

 

Se prima il digitale era considerato un “canale”, ora è l’ecosistema alla base delle strategie di comunicazione. Noi in Sprim amiamo andare oltre il ‘digitale’ inteso come social network, web design o web content. Ne sono un esempio le 11 piattaforme tech realizzate nell’ultimo anno: da SmartBuy, un programma omnichannel di acquisti B2B da remoto pensato per i farmacisti, al Field MyMED Hub a disposizione degli informatori scientifici fino agli Healthy Chatbot sempre più avanzati.

 

Tanti oggi parlano di health empowerment, ma Sprim ha fatto di questo tema il suo core business già 15 anni fa, contribuendo attivamente al cambiamento del settore e collaborando con i più importanti brand nazionali e internazionali. Le evidenze scientifiche, infatti, sono il nostro pane quotidiano e insieme ad un network unico di collaboratori e Professionisti della Salute attivi su tutto il territorio è possibile raggiungere ogni target: dalla farmacia agli studi medici, dagli ospedali fino ai punti vendita della GDO.

 

La visione One Health, in cui la salute dell’uomo e dell’ambiente sono strettamente interconnesse, è al centro di questo momento storico. Ecco perché, per una transizione green di successo, è importante affidarsi a chi conosce bene l’argomento. Sprim supporta le aziende nell’elaborazione e implementazione di strategie di marketing attraverso un approccio science-based che viene tradotto in processi e opportunità di business concrete e misurabili. Dalle etichette ambientali alle app, con il partner giusto si può essere davvero eco-competitivi.

 

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